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Treno rapido (1993)
filippo missori :: Poesie :: Anni '90
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Treno rapido (1993)
Rapido,
una vera saetta,
il mio treno sfreccia
su lucide rotaie,
non più scambi,
solo dritti binari,
volti all'orizzonte;
dietro, agganciati,
vagoni di ricordi
stridono timori e dubbi,
in timpani ovattati.
Sulla stessa linea,
a distanza,
altri convogli incalzano,
di giovani gremiti;
follia rallentare,
impossibile interrompere
questo sferragliamento
dell'anima già in ritardo,
sulla media dell'umano percorso.
Ora attraverso
placide pianure,
sinuose colline,
accoglienti fienili,
umide stalle
ed alberi al ciel protesi,
come la mani mie,
che invocano una sosta
onde poter le membra coricar
in questi muschiosi anfratti
allo stillicidio delle sorgenti.
No, non è possibile;
corre il treno,
sempre più veloce,
le ultimi immagini,
di un bello indescrivibile,
dominano fantasia e realtà;
c'è però dentro di me,
in quest'assurda fuga,
un verbo corto corto,
che non oso pronunciare,
per non turbarti.
Sono felice
nel pensare a te
viaggiatrice su un altro treno,
briosamente accelerato,
che si ferma fortunatamente
a tante piccole stazioni,
permettendoti di scendere e salire
e la felicità incontrare.
9 dicembre 1993
una vera saetta,
il mio treno sfreccia
su lucide rotaie,
non più scambi,
solo dritti binari,
volti all'orizzonte;
dietro, agganciati,
vagoni di ricordi
stridono timori e dubbi,
in timpani ovattati.
Sulla stessa linea,
a distanza,
altri convogli incalzano,
di giovani gremiti;
follia rallentare,
impossibile interrompere
questo sferragliamento
dell'anima già in ritardo,
sulla media dell'umano percorso.
Ora attraverso
placide pianure,
sinuose colline,
accoglienti fienili,
umide stalle
ed alberi al ciel protesi,
come la mani mie,
che invocano una sosta
onde poter le membra coricar
in questi muschiosi anfratti
allo stillicidio delle sorgenti.
No, non è possibile;
corre il treno,
sempre più veloce,
le ultimi immagini,
di un bello indescrivibile,
dominano fantasia e realtà;
c'è però dentro di me,
in quest'assurda fuga,
un verbo corto corto,
che non oso pronunciare,
per non turbarti.
Sono felice
nel pensare a te
viaggiatrice su un altro treno,
briosamente accelerato,
che si ferma fortunatamente
a tante piccole stazioni,
permettendoti di scendere e salire
e la felicità incontrare.
9 dicembre 1993
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